NOTA BIOGRAFICA

di Massimo Franceschini

Nato a Foligno, ma residente a Genova, sono da sempre interessato all’arte anche se in modo non “professionale”, in effetti più spettatore che autore soprattutto per la musica, una delle grandi passioni coltivata con ascolti, letture e intense relazioni con musicisti e musicologi.
Da giovane leggo molto, poi il lavoro prenderà il sopravvento; oltre a leggere disegno di continuo, in seguito solo sporadici impeti.
Riesco nella scrittura, i temi sono per me un’oasi di pace nella continua “guerra” alle nozioni, dove normalmente alzo bandiera bianca.
Il conflitto mi vede comunque vincitore con la complicità di un ottimo sistema di studio e conoscenza, anche se ormai troppo tardi per andare oltre il diploma e cambiare situazione lavorativa.
L’inizialmente acerba ed estemporanea esperienza politica, svolta nel locale movimento libertario sul finire degli anni ‘70 del secolo scorso, terminava dopo pochi anni per oggettiva mancanza di tempo da un lato e per la sopraggiunta autocritica, sfociata in un messa in discussione di alcuni iniziali punti di vista politici, culturali ed esistenziali.
Intellettualmente, questo cambiamento mi porterà a conoscere ed abbracciare interessi diversi che da una parte aprivano altri orizzonti rispetto alla militanza politica, dall’altra si rivelarono comunque necessari ad una personale maturazione, anche per quanto riguarda la politica stessa.
Ad ogni modo, questa evoluzione non intaccava certo la motivazione, che ora potevo definire meglio e più “ecumenicamente” liberale, caratterizzata da uno sforzo comunque coerente da un punto di vista intellettuale di perseguire obiettivi che avevano a che fare con un’innata esigenza personale e civile di comprensione, equilibrio e giustizia.
Inizio a scrivere il primo libro senza pretendere altro che parlare con me stesso, in seguito lo pubblico per sopravvivere in un periodo abbastanza tumultuoso, anche se consapevole delle difficoltà che incontrano i nuovi autori soprattutto se autodidatti, senza “titoli” o sponsor.
Il libro diventa sempre più un saggio su spiritualità, amore, psico-“scienze” e diritti umani: quattro argomenti che cerco di legare in una visione personale, non dogmatica, non condizionata dal materialismo dominante o da integralismi di vario tipo.
Al primo libro seguono numerosi articoli nel primo blog e in alcune testate web, ma anche sul nuovo giornale di Sovranità Popolare.
La ripresa dell’attivismo politico, già avvenuta nella seconda decade del nuovo millennio, registrava ancora una certa carenza di spessore, autorevolezza culturale e militanza storica, fattori dovuti alle necessità inerenti al lavoro che mi aveva assorbito totalmente per oltre trent’anni, oltre a fatto di essere ovviamente condotta lontano da centri di potere e da una qualsiasi minima possibilità di influire a livello nazionale, sia politicamente, sia socialmente e culturalmente.
Ciò risulta del tutto evidente considerando cosa sarebbe potuto accadere se questa proposta fosse stata compresa, lanciata o sostenuta da qualche intellettuale o personaggio conosciuto ed influente.
Ad ogni modo, i limiti soggettivi ed oggettivi non mi impedivano di tessere contatti, partecipazioni associative e collaborazioni con soggetti di vario tipo, appartenenti alla “galassia antisistema” costituzionalmente orientata.
Ad oggi, le cose più importanti prodotte dal mio sforzo sono: una seconda autopubblicazione consistente in un programma politico ispirato ai diritti dell’uomo – ora in fase di aggiornamento –, alla quale ha fatto seguito questa serie di articoli sui 30 diritti umani inizialmente pubblicata per Attivismo.info, sito di informazione e discussione alternativa sul quale pubblico tuttora appartenente alla Confederazione Sovranità Popolare; sebbene non continuativamente sto ancora pubblicando sull’omonima rivista; sempre alla CSP facevo questa proposta da componente del Consiglio Direttivo; un’altra serie di articoli su questo blog è intitolata “Un Partito Ideale”, in cui analizzando varie problematiche della politica/associazione politica, cerco di delineare una diversa forma partito utile a rimediare ai danni dell’antipolitica causati anche da fenomeni non subito ben inquadrati nel loro vero scopo, come la stagione “Mani Pulite” o il più recente Movimento 5 Stelle; e siamo così all’ultimo libro, un programma politico per quello che ritengo essere un necessario Partito Unitario di Liberazione Nazionale; a questo progetto seguiva un articolo relativo alla proposta operativa che ritenevo necessaria alla sua attuazione; quasi due anni fa aprivo un canale YouTube caratterizzato da varie playlist, una delle quali riflette un mio particolare interesse, intitolata “cosa impedisce una politica alternativa”, corroborata da vari articoli su questo blog dal quale, ad ogni modo, partono tutti i miei interessi culturali, politici e non.
A proposito del blog, del mio livello espositivo e del target cui mi rivolgo: scrivo consapevole del fatto di essere sostanzialmente un autodidatta, cercando di non ingenerare l’impressione di chissà quale erudizione, che sarebbe del tutto falsata, preferendo usare un linguaggio possibilmente alla portata di tutti; ciò non mi impedisce di tentare analisi come questa, sempre pensando al fatto che nuove persone potrebbero essere così invogliate ad approfondire, come a chi vi possa trovare conferme su questioni già conosciute o maturate, magari interessato a scoprirvi un sostegno diverso e non previsto.
Tornando alla mia produzione e venendo ai tempi recentissimi, grazie a quanto scrivevo per l’associazione genovese che organizza le manifestazioni, di cui ero fondatore, ho avuto il privilegio di potermi interfacciare con i promotori del nuovo Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e con lo stesso Ugo Mattei, giurista ed attivista ideatore di questo progetto; proprio al CLN ho cercato di riversare i miei migliori auspici con la pubblicazione di questi articoli.
Con ciò che scrivo mi piace pensare di poter dare un piccolo, umilissimo contributo di riflessione, anche creativo e propositivo, per contrastare alcune tendenze della cultura moderna e della politica che, a mio parere, spingono la nostra civiltà verso un rapido declino: giorno dopo giorno appare più evidente l’annunciata distopia tecnocratica, sull’onda di una “scienza” trasfigurata in tecnica e metodo di controllo.
Spesso concentro l’attenzione sui media, cercando di analizzare il tipo di messaggi che sono sponsorizzati a livello globale: il cosiddetto “pensiero unico dominante” di matrice scientista e “progressista”.
Il punto di vista da cui mi esprimo è quello del comune cittadino, mediamente istruito, che cerca di avere uno sguardo libero e appassionato sulla realtà.

Autore: massimo

Nato a Foligno nel 1959, ma residente a Genova dal 2015, di istruzione superiore, poi autodidatta, scrivo su alcuni siti di discussione e informazione indipendenti, ho pubblicato tre saggi e una raccolta di racconti, aperto un blog e due canali di contenuti audio e video.

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