JE SUIS PER I DIRITTI UMANI

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Nei diritti umani troviamo la chiave per disinnescare le mille tensioni di un mondo in preda a varie intolleranze

di Massimo Franceschini

Mi unisco senza riserve allo sdegno per il massacro nel giornale francese.

Le libertà di espressione vanno difese, sempre e comunque.

Allo stesso tempo prendo le distanze dallo squallido attacco alla sensibilità di milioni di persone, anche se spacciato come punta avanzata di libertà.

Credo quindi che la libertà di espressione imponga, proprio ora, di iniziare a ragionare con la nostra testa, visto che i media sembra non possano andare oltre al diffondere allarmi e paura, fomentare odio interreligioso, criticare le religioni.

Continuano a vomitare che tutto l’Islam è uguale quando la maggioranza dei musulmani si sgola per far capire che le prime vittime del terrorismo sono loro.

I terroristi, che non dimentichiamo essere finanziati, armati e formati da noi occidentali, fanno molte più vittime fra le loro genti, cercano di impedire che l’Islam si possa confrontare serenamente con il resto del mondo e magari introiettare i valori dei diritti umani, magari tornare ad essere un esempio di ecumenismo e civiltà come in passato è anche stato.

La mia riflessione parte proprio dalla libertà, che si vuole giustamente valore fondante la nostra civiltà.

È ora di dire con forza che un concetto, per quanto positivo e desiderabile come quello di libertà, può perdere dignità e valore nel momento in cui diventa assoluto.

Il rimedio è abbinarla a responsabilità, quel valore che partendo dalla consapevolezza del nostro essere ci permette di considerarci fratelli del nostro vicino.

Ecco allora che i “talebani della libertà” fomentano odio, rinunciando proprio alle armi del ragionamento, della distinzione, della cultura e della comprensione, quei contenuti che rendono la libertà un concetto praticabile.

Nel mondo sta montando ormai da troppo tempo un movimento radicale antireligioso, si sentono sempre più commenti intolleranti, ad ogni livello, su quanto le religioni siano all’origine di tutti i mali dell’umanità.

Impossibile negare le “aberrazioni” che i vari dogmatismi, fanatismi, estremismi e fondamentalismi hanno operato nella cultura e nella storia.

I morti, le torture e le miserie umane fanno ancora più male, quando si originano da chi dovrebbe esserne la negazione.

Inoltre, come negare che la religione interessata al potere temporale prende una china pericolosa?

Come non riconoscere il progresso insito nello Stato laico moderno?

Altra cosa è però la filosofia materialista e antireligiosa di tanti settori della cultura, quel “dogma laicista” di fondo che nega sostanzialmente dignità culturale a qualsiasi cosa provenga dal variegato mondo della spiritualità.

Negare l’enorme e fondamentale apporto allo sviluppo umano, culturale, sociale, anche scientifico, dato dalla religione e dalle filosofie religiose è un’operazione anticulturale, è fondamentalismo intollerante e inaccettabile.

A ben vedere, tutto il male commesso all’interno del mondo religioso nel corso della storia è stato raggiunto e superato negli ultimi duecento anni in cui la “religione” scientista e materialista ha preso il sopravvento.

La “scienza” che doveva liberarci ha sfornato l’arma finale e la tecnologia quale ultimo valore cui sacrificare la nostra umanità.

Per non parlare dell’Olocausto, delle pulizie etniche e dell’Apartheid, che trovano nella psichiatria teorizzazioni ed esecutori abominevoli.

E che dire dell’ipocrisia occidentale che ancora deve decidere se e come accogliere profughi ed esuli.

L’ipocrisia di un’accoglienza non responsabilizzante e non legata a progetti di scambio e partecipazione al benessere della società ospitante, sembra fatta apposta per dar voce agli xenofobi.

Guardiamo anche l’ambito personale: lo “scientismo umanista”, il pensiero unico de “l’anima non esiste e il pensiero e la coscienza non sono possibili se non all’interno del cervello”, ci stanno dando una cultura barbaramente meccanicista che accetta senza domande, ogni tipo di anestetizzante manomissione alla nostra identità biologica.

Tutte le tecniche e le risposte psichiatriche stanno a dimostrarlo, come le mire e le pretese scientiste di alcuni esponenti delle neuroscienze, come esposto qui e qui.

Il materialismo e l’antireligiosità ci hanno regalato perdite di valori e dei rapporti umani, una cultura edonista e individualista in cui ogni tipo di moralità è considerata controllo, mai codice di comportamento responsabile.

Il laicismo “progressista” fa sì che nelle scuole si impartisca un’educazione sessuale che è uno squallido catalogo di tecniche ed opzioni, quasi che la vita non possa dare le risposte.

La delicatezza dell’amore, la meraviglia della scoperta del corpo e delle emozioni sono evidentemente pericolose espressioni di libertà personale, meglio controllarle con un’istruzione asettica, in vista del regime di controllo globale verso il quale sembriamo fatalmente destinati.

La “religione” laicista non ci ripara dallo sfruttamento, dalle perdite di libertà e sovranità nazionali, dagli intrallazzi finanziari, militari, energetici, farmacologici ed alimentari che stanno avvelenando e schiavizzando le nostre esistenze.

La cultura umanista, troppo pervasa dal laicismo materialista, sembra ormai impotente e non riesce più a darci strumenti per decodificare cosa sta succedendo, per rifiutare la falsa e terrorifica realtà che i media ci regalano ogni giorno.

L’ipocrisia dell’Occidente “liberale” che si spaccia moralmente superiore è davanti ai nostri occhi: le guerre, i traffici, accordi e finanziamenti indicibili ne sono le prove, su cui un vero giornalismo al servizio della comunità avrebbe tanto da dire.

Invece no, chissà perché indulge nel terrore quotidiano, preferisce dare voce alla “notizia” e confezionarci una realtà di falsa partecipazione.

Ebbene, una cosa di cui l’Occidente dovrebbe essere fiero c’è, ed è la Dichiarazione Universale dei diritti umani.

Quell’etica di libertà, dignità e responsabilità per l’individuo e l’umanità, che la politica e il mondo intellettuale sembrano dimenticare quando parlano ipocritamente di valori, quando esprimono interrogativi sulla nostra civiltà in crisi.

La nostra civiltà è in crisi nell’esatta misura in cui tradisce e dimentica proprio quei diritti che sono la sua anima, quando non combatte chi al suo interno specula, aizza, fomenta ed usa quelle contraddizioni che ci daranno un futuro abominevole di piatto controllo, magari dopo l’ultima “necessaria” guerra.

La crisi mondiale, che è anche crisi di valori individuali, si supera integrando il meglio di tutte le culture, selezionandone i valori universali

Perciò è questo il momento di dire: sono occidentale, sono liberale, sono cristiano, sono scienziato, sono umanista, sono buddhista, sono musulmano, sono per la “religione” dei diritti umani.

10 gennaio 2015

nel mio libro in immagine linee guida opportune su vari ambiti qui interessati, ispirate ai diritti dell’uomo

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