QUALE FUTURO PER I DIRITTI UMANI?

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Per i nostri diritti un oscuro futuro da contrastare

di Massimo Franceschini

Articolo pubblicato anche sul giornale locale CAPITOLINO FLASH nel mese di giugno 2013

Un recente articolo di Massimo Gaggi sul Corriere della Sera ci informa del rapporto “Global Trend 2030”: un documento di previsione sul futuro prossimo venturo, ad opera delle 17 agenzie di intelligence americane.

La parte che sembra passata sotto silenzio è, guarda caso, la più inquietante: parliamo delle previsioni sulle applicazioni tecnologiche per l’uomo.

Ormai da molti anni abbiamo la tendenza a sostituire parti mancanti e difettose per età, malattie o incidenti con applicazioni che già sfociano nell’uomo bionico o cyborg.

Fino a questo punto la tecnologia sembra ancora venirci in aiuto: finché ci permette di rimanere in qualche modo “integri” nonostante le sventure della vita, possiamo anche chiamarla “tecnologia umanista”.

Il problema nasce quando si arriva, come riporta l’articolo in questione, “…alle manipolazioni genetiche e all’uso sempre più comune di nuovi farmaci che, concepiti per curare alcune patologie psichiatriche, vengono ormai comunemente usati per cercare di estendere a dismisura la nostra capacità di concentrarci, di apprendere, di svolgere più compiti simultaneamente.”

Dato che “…secondo gli studiosi della Cia e delle altre agenzie, la vera evoluzione verso il cyborg è quella che interesserà il nostro cervello: dal potenziamento delle capacità intellettuali legato all’uso massiccio dei farmaci della concentrazione, all’elaborazione continua di un gran flusso di informazioni”, due considerazioni si impongono immediatamente.

La prima è che all’usura dovuta ai lavori pesanti, dovremo quindi aggiungere quella dovuta agli effetti collaterali dei farmaci per il cervello, che sappiamo gravissimi.

Purtroppo l’industria farmaceutica non perde occasione per venderci “pillole psichiche”, un modo allucinante per assicurarsi pazienti da “curare” vita natural durante.

La seconda riflessione è di ordine etico, evidenziata anche nella chiusa dell’articolo: “Perfino le spie ‘amorali’ sentono che tutto ciò è destinato a porre all’umanità formidabili interrogativi etici.”

Dobbiamo al più presto unire le forze di tutte le persone ed associazioni che hanno a cuore i diritti umani, per proporre uno stop definitivo a qualsiasi procedura genetico-farmacologica – un “plagio” vero e proprio – atta a interferire sulla parte più intima del nostro essere biologico.

Solo la cultura, l’applicazione, l’evoluzione, lo studio ed il pensiero possono darci l’uomo del futuro: più abile, sano e razionale.

Le scorciatoie di qualsiasi tipo hanno già mostrato il loro volto aberrante, non abbocchiamo all’amo tecnologico!

5 aprile 2013

in immagine il mio libro, un programma politico basato sui diritti umani

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