Riflettiamo in maniera semi-seria su alcuni aspetti della cultura moderna

di Massimo Franceschini

Una recente pubblicità recita: Quando immagini il cervello rielabora i tuoi desideri, mentre la tua fantasia crea mondi su misura per te.

Spesso non facciamo caso a certe bestialità del tutto plausibili, soprattutto quando ben confezionate dai professionisti del marketing.

La frase in sé non sarebbe grave, anche se in effetti rappresenta una determinazione dell’uomo, di ciò che siamo.

Credo sia un riflesso della confusione generata dallo scientismo materialista: eliminando dall’equazione la necessità dell’anima, o di qualcosa che possa rappresentare l’essenza dell’individuo, e non arrivando mai a dare una definizione funzionale di mente si fa risalire tutto il pensiero, “necessariamente”, al cervello.

Cerchiamo di capirci qualcosa.

Abbiamo qui tre enti.

La persona.

Il cervello.

La fantasia, che credo possa rientrare nel concetto di mente o di qualche sua facoltà.

Secondo la soave affermazione commerciale delegheremmo la rielaborazione dei desideri al cervello e la creatività alla mente… dobbiamo certo essere dei gran pigroni!

Quindi riassumendo: persona, cervello, mente… ma non era corpo, mente, spirito?

Che confusione!

A questo dobbiamo aggiungere i neurologi che ipotizzano l’inesistenza della coscienza, data la non rintracciabilità di una sua sede!

Certo è che il cervello è così plastico e complesso, sarebbe addirittura pre-cosciente, che devono arrendersi e dire che la coscienza, come il libero arbitrio, non esistono!

O meglio… ipotizzare un imprecisato ordine/caos quantico?

Proprio non vediamo le contraddizioni di affermazioni del genere che rappresentano, al contrario, veri e propri atti di “coscienza”… anche se “non riusciti”, almeno dei tentativi!

Anche dire semplicemente “mi è venuto in mente” indica un’esatta consapevolezza dei termini in questione, ma passa inosservato…

Noi lo sappiamo, intuitivamente: abbiamo una mente deputata a certe funzioni, anche di archivio.

Ma la cosa che abbiamo non è la cosa che siamo… il possesso non dovrebbe identificarci con la cosa posseduta!

È ora che la cultura umanista dica “basta” a queste approssimazioni scientiste e poco logiche!

E basta anche alle devastanti ma lucrose conseguenze di queste speculazioni: mi riferisco ai farmaci per contenere chimicamente la sofferenza del pensiero.

Comunque, alfin giunti, l’incoscienza di questi pensieri mi ha veramente stancato… è ora che deleghi il resto della sera a cervello e fantasia… buona notte!

2 novembre 2014

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