LINEE GUIDA PER UNA VERA POLITICA DEL CAMBIAMENTO

diritti umani per cambiare

Quattro punti sui quali orientare una politica alternativa

di Massimo Franceschini

Pubblicato anche sulla rivista cartacea/pdf Sovranità Popolare

Nel primo articolo di questa serie inerente ai diritti umani, cercavo di spiegare i motivi per cui gli stessi si pongono al centro di ogni principale questione politica; nel secondo cercavo di affiancare ai diritti umani altri due capisaldi della politica, parimenti in “crisi di identità”, da difendere-attuare completamente: la Costituzione e il concetto stesso di Stato di diritto.

Diritti umani, Costituzione e Stato di diritto sono i tre capisaldi di ciò che dovrebbe essere considerata una moderna democrazia, tre fattori sempre meno espressi per ciò che avrebbero potuto e dovuto realizzare in termini di progresso, libertà e responsabilità sociale.

Purtroppo, la società civile occidentale sta perdendo la cognizione di quanto conquistato appena “ieri” in termini di diritti e progresso; la cosiddetta “maggioranza silenziosa” è in gran parte politicamente inattiva, limitandosi a “far sentire” la sua voce in tornate elettorali che, al di là di considerazioni sui meccanismi di queste, spesso assai poco democratici, vedono comunque una grande astensione.

Un’azione politica efficace, in senso democratico, dovrebbe quindi porsi come “ri-vivificatrice” della democrazia stessa, ed avere a suo fondamento una grande campagna culturale e di informazione.

Se vogliamo cambiare lo status quo, questi sono i punti che a me appaiono irrinunciabili:

a. informare in maniera efficace sugli eventi storici che hanno caratterizzato l’involuzione democratica della politica e dello stesso Occidente;

b. indicare chiaramente quali sono le sedi del “vero potere” che sta condizionando i meccanismi democratici, da ben prima dell’emergenza sanitaria, e rendendo inefficaci i principi costituzionali di protezione dall’ingiustizia e dalla guerra finanziaria, che è tuttora in atto contro le economie delle singole nazioni;

c. delineare con chiarezza le proposte per ogni settore amministrativo, culturale, economico e sociale, coerenti con i valori universali da attuare;

d. tracciare nei minimi dettagli e la possibile sequenza di cosa si vorrebbe fare, una volta che un’azione politica di tal fatta riesca a raggiungere le leve del governo.

Una politica mancante della necessaria chiarezza sui 4 punti appena delineati, o addirittura mancante della consapevolezza delle vere cause dei problemi economici, sociali e democratici, si pone automaticamente al servizio del sistema corporativo-lobbistico privato, proprio come accade oggi.

Il teatrino della politica, le frammentazioni, le scissioni, le crisi provocate dalla finanza e raccontate in maniera distorta dalla politica stessa e dai media, i vuoti congressi di partiti ormai ridotti a comitati elettorali di sostegno ai “leader” mediaticamente più efficaci, le agende politiche dettate da un sistema mediatico espertissimo nel distrarre dai veri problemi, con una cronaca politica artefatta e mistificatrice, formano la squallida fotografia di una politica che, al contrario, dovrebbe essere la più alta e creativa espressione di una società civile consapevole e cooperante, ad ogni livello sociale, amministrativo ed istituzionale.

L’impotenza della politica e della Repubblica di fronte a forze e trattati, che andrebbero spiegati e denunciati per la loro natura ed effetti, si risolve solo con una corretta informazione istituzionale al Paese sulle reali condizioni in cui si trovano ad operare i governi.

La politica, i partiti ed i governi che non fanno ciò, sono di fatto complici del sistema corporativo che dirige nell’ombra.

Ecco allora che dovremmo capire la responsabilità che ognuno di noi ha nel capire i 4 punti sopra espressi: tale comprensione dovrebbe impedirci di sostenere partiti funzionali al sistema, anche se mascherati da “alternativi” o “sovranisti”.

Un elettorato consapevole e politicamente intelligente, dovrebbe essere capace di vedere la direzione complessiva delle scelte di governo: sono per il bene del Paese, quindi per un reale cambiamento di sistema o sono misure inefficaci e velleitarie basate solo su slogan per le rispettive tifoserie?

Oltre a questo, e cosa più importante, la nostra responsabilità nella comprensione dei 4 punti dovrebbe stimolarci a creare un soggetto politico nuovo, trasparente ed intenzionato a far valere quei diritti universali di cui l’Occidente si fa vanto.

Fare diversamente, o di meno, accontenterà solo quelli che non hanno la minima idea di cambiare e ci lascerà in mano, senza difese, ad un sistema sempre più tecnologicamente pervasivo.

Questa è la responsabilità che attende la nuova politica.

marzo 2019, aggiornato nel marzo 2021 per AEM 1948

 

fonte immagine: Prima Saronno

Lascia un commento