LA POLITICA ALTERNATIVA NON RIESCE AD USCIRE DALLO SHOW

Se il movimento non si sveglia rimarrà schiacciato dai suoi miraggi

Qui il video dell’articolo

Pubblicato anche su Attivismo.info e Sfero

di Massimo Franceschini

Ho trovato sul web questa citazione, così com’è, senza averne individuata l’esatta pubblicazione. In ogni caso, anche fosse “fake“, la trovo perfetta.

Uno Stato di Diritto si fonda sulla inviolabilità della persona umana. L’attributo fondamentale della persona è il corpo. Il corpo è la rappresentazione oggettiva della persona. Non si può agire sul corpo di un essere umano senza il suo consenso. L’emblema di un abuso sul corpo umano senza il consenso è lo stupro. L’espressione fondamentale della relazione con la realtà di cui il corpo è mediatore è il movimento. La libertà di movimento è una conseguenza necessaria dei diritti fondamentali della persona, così come il diritto al lavoro. Lo Stato non ha la funzione di concedere i diritti: questi infatti fanno parte dell’essenza della persona. Lo Stato ha la funzione di garantirli. Se viene meno a questa funzione non è più uno Stato di Diritto e di conseguenza è delegittimato. Il Green Pass è il risultato di una profonda ferita del diritto. Trasforma lo Stato di Diritto in uno Stato di Sorveglianza (Überwachungstaat). Estingue la libertà e porta ad una condizione di libertà vigilata, cioè di schiavitù. Trasforma un paese in un immenso carcere e incide profondamente sulla libertà individuale.
IL GREEN PASS È UNO STUPRO GIURIDICO.
GREEN PASS: BULLISMO DI STATO.
Dr. Carmelo Samonà
”.

Sappiamo benissimo, che quest’argomentazione non riesce a scalfire le certezze di quanti antepongono la presunta “sicurezza sociale” alla persona, sostenendo di fatto la dicotomia individuo/collettività: il fondamentale divide et impera, l’equivoco esiziale per le democrazie liberali e per quelle dignità, libertà e responsabilità descritte nei diritti umani.

I cascami delle ideologie novecentesche, “lotta-classiste”, hanno molta responsabilità per questo depotenziamento dei diritti umani, mai veramente compresi per ciò che in effetti rappresentavano: l’assunzione consapevole, da parte della società civile tutta, di un nuovo livello politico e giurisprudenziale dal quale non si sarebbe dovuto più retrocedere.

Questo nuovo “livello”, era proprio dato dalla comprensione che in politica, e nel diritto, si dovesse riconoscere la persona come soggetto giuridico a cui lo Stato si sarebbe dovuto “adeguare”, nella sua attività garantista dei diritti e del benessere delle persone stesse, cioè di quei soggetti formanti la comunità.

La nuova prospettiva, nel mondo post Seconda Guerra Mondiale, era considerata come migliore, più evoluta e più corretta, rispetto alle precedenti fonti del diritto.

Queste nuove speranze, sono state progressivamente erose dall’agenda politica mondiale, che non ha saputo e voluto indicare ed “espellere” dallo Stato di diritto quei poteri che lo stavano progressivamente possedendo, per svuotarlo completamente delle sue prerogative.

Il green pass tecnocratico e distopico, è il chiaro esempio di ciò, la tappa fondamentale per la definitiva implementazione mondiale dell’algoritmo artificiale, stile credito sociale cinese, pronto a sostituire definitivamente la politica, ancor prima dell’uomo tout court.

Tutta la politica, a qualsiasi livello, che non riconosce, nasconde, giustifica e sponsorizza lo stato delle cose, si pone di fatto al servizio delle corporazioni globali, di logge e poteri più o meno occulti, tesi ad effettuare quel “grande reset” annunciato dal Forum Economico Mondiale, di cui ho appena accennato gli esiti.

Stando così le cose, capirete bene quali sono le necessità in ordine alla politica.

Come sapete, credo di essere l’unico in Italia ad aver preso di petto la questione politica relativa alle possibilità di riuscita della lotta alla dittatura tecnocratica: con la pubblicazione di questo libro, e di questo articolo in cui proponevo una possibile strategia.

Precedentemente, avevo iniziato un lavoro di riflessione sulle problematiche della cosiddetta “politica alternativa”, con questo articolo e con altri, e in questa serie di video.

Ora: sono estremamente rammaricato nel vedere come, nonostante questo e questa dura, ma precisa riflessione, che piano piano stanno arrivando a quanto dico da tempo, le piazze del dissenso italico appaiano ancora lontane dal partorire un tavolo di liberazione nazionale capace di riunire, inizialmente, quei potenziali nuovi STATISTI che sicuramente il Paese custodisce gelosamente, ma che sinora, data l’inconsistente politica, divisa e basata sulle vecchie prospettive e problematiche illustrate all’inizio di questo articolo, non hanno visto la strada per esprimersi.

Il “mainstream alternativo”, appare del tutto abbacinato dall’apparente “possibilità” fornita dalle piattaforme mediatiche, appartenenti a quel sistema che dovrebbe combattere: così virtualmente “asservito” alla dimensione spettacolo-intrattenimento tipica del mainstream, da non riuscire a produrre altro che continui momenti di piazza, kermesse, eventi e passerelle in cui far parlare vorticosamente le poche decine di personaggi capaci di “visualizzazione”, che ripetono a giro le stesse cose che vediamo nei video, senza alcun costrutto politico.

Se il movimento alternativo non getterà alle ortiche l’antipolitica, le vecchie ideologie, la necessità di essere intrattenuto come fosse tutto uno show, persino le sue deviazioni “empatico-vibrazionali”, oggi come oggi a mio modo di vedere distraenti dall’urgente necessità creativa per una nuova VOLONTÀ POLITICA, rischierà di essere cavalcato da un nuovo soggetto “gatekeeper”, che lo traghetterà verso l’accettazione del “mirabile” futuro di azzeramento della proprietà privata e del “controllo empatico” della persona, capace di placare gli animi “riottosi” al progressismo più inquietante.

Riflettete su queste prospettive, e datevi SUBITO da fare. Le oligarchie distruggono e sostituiscono senza sosta.

16 ottobre 2021
Fonte immagine: Public Domain Vectors

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