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DIMOSTRARE DIO: UN FALSO PROBLEMA

Strane logiche-ideologiche

di Massimo Franceschini

Ho sotto gli occhi la recensione del libro Perché la scienza non nega Dio, del divulgatore scientifico Amir D. Aczel, ad opera di Corrado Augias sul Venerdì di oggi.

Il noto materialista Augias afferma come l’idea portante del libro sarebbe che la scienza, per quanti sforzi abbia fatto, non sia riuscita a dimostrare l’inesistenza di Dio.

Questo il suo commento finale: Molto interessante l’excursus che l’autore fa delle varie ipotesi di tipo scientifico contrarie all’esistenza di un Dio. Resta però il dubbio di fondo se sia davvero possibile dimostrare l’inesistenza di qualcosa. In genere è su chi ne afferma l’esistenza che incombe l’onere della prova. Se la scienza non è mai riuscita a dimostrare che Dio non c’è, nessuna contro scienza è mai riuscita a provare il contrario: ovvero che Dio effettivamente c’è. Al termine di questa lettura resta la convinzione che l’effettiva esistenza di una entità divina risponda a un bisogno individuale meritevole di rispetto come ogni scelta che risponda a un intimo bisogno di consolazione e di speranza.

Non avendo letto l’opera in questione non posso dire se la convinzione di Augias sia suggerita dalle righe del volume, conoscendolo tendo a pensare che invece derivi dalle sue convinzioni, tipico esempio di un materialismo scientista uso a relegare religioni e spiritualità in una regione del pensiero emotiva e irrazionale.

Credo che il dubbio sul fatto “se sia davvero possibile dimostrare l’inesistenza di qualcosa”, tenda a eludere la vera questione e sia un falso problema.

Augias cerca di sviare, ribaltando la questione per un problema di “legittimità”, come se i tentativi non andati a buon fine di cui parla il libro non siano importanti.

Quando parla di “contro scienza” Augias, di fatto, tende a delegittimare culturalmente qualsiasi approccio al sapere e alla conoscenza che non sia “scientifico”, elevando così la “scienza”, a mio modo di vedere, al ruolo di nuova, indiscutibile, “religione”.

Al contrario, e sempre secondo il mio modo di vedere, chi crede in Dio o nell’esistenza di una dimensione spirituale trascendente che crea quella materiale porta una visione, al netto delle differenze storiche e filosofiche, che cerca di dare una spiegazione riguardo alla natura complessiva della nostra realtà e dell’universo.

Personalmente considero che ogni cosa esistente debba avere necessariamente una causa: la tastiera che sto battendo ora è un oggetto materiale che ha un’energia, uno spazio ed è situata in questo tempo, ed è stata costruita da qualcuno: per sapere chi è basta leggere il nome dell’azienda.

Il pianeta in cui vivo è stato formato da forze “enormi” che lo hanno causato. L’universo materiale sarebbe stato, di conseguenza, generato da “qualcosa” che ha la prerogativa della “creazione”.

Pertanto, dovrebbe essere la scienza, anzi gli scienziati materialisti, ad avere l’onere di dimostrare che l’universo materiale si sia auto-creato, non vi pare?

Concludo con Giordano Bruno: “Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia”.

20 marzo 2015

per chi interessato, il mio libro

fonte immagine: Raffaello Cortina Editore

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