Facciamo un po’ di chiarezza in merito alla spiritualità
Sono veramente stanco di teorie superficiali, non originali e confondenti che parlano di leggi sull’attrazione, generiche spiritualità, musica, teorie quantiche, DNA, vibrazioni, misteri.
Insomma, siamo al solito pot-pourri accattivante, forse suggestivo, che non aggiunge niente alla filosofia religiosa occidentale, orientale e moderna non dogmatica, ma cela un materialismo subdolo e inquietante.
Ammetto che per un materialista, per un agnostico, o per una persona che aspiri a concezioni olistiche di pace e benessere interiore terreno possano rappresentare uno stimolo e una curiosità intellettuale da approfondire, anche una “filosofia di vita” per calmare lo stress.
Il fatto è che queste concezioni “moderne” non spostano di una virgola le vecchie domande della filosofia, chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo e perché siamo qui, ma inquinano le più alte aspirazioni di ordine intellettuale, spirituale e forse etico, con riferimenti ora al DNA o alla fisica quantistica, ai neuroni specchio o a vibrazioni di varia natura.
Perché dico “inquinano” al posto, direte voi, di “arricchiscono”?
Perché c’è sempre la confusione di base sulla nostra natura, su ciò che siamo veramente distinto da ciò che abbiamo.
Credo sia necessario e imprescindibile, per chi consideri avere natura spirituale o per chi segue qualche religione, sapere o decidere se lui è o non è un essere spirituale, se è o sta solo occupando un corpo che gestisce attraverso una MENTE fatta di energie ed immagini, e se questa sia o no il suo cervello.
So che le religioni hanno diverse concezioni sul rapporto fra questi tre enti, come so benissimo che il corpo e la mente possono prendere il sopravvento, confondere o distogliere la persona dalla sua vera natura; credo però che tutte le religioni mettano al primo posto l’idea che la parte cosciente, nobile, elevata e fondamentale della persona sia la sua anima.
Un percorso religioso è essenzialmente un tentativo, espletato in varie modalità tante quante le culture dell’uomo, di ricongiungimento della persona, ovvero della sua anima, con la dimensione trascendente e divina di cui fa parte, verso la quale aspira elevarsi/ricongiungersi.
Può essere un profondo percorso di conoscenza interiore, quella psiche-logia coniata da San Tommaso D’Aquino, ora purtroppo “occupata” dalle “scienze” materialiste con il prefisso psico che negano di fatto la radice stessa del termine (psiche = spirito), ma può anche essere un impegno filosofico a comprendere la vera natura della realtà, delle cose, del nostro passato e destino.
La profonda convinzione della natura particolare dell’uomo da parte del religioso si caratterizza con un certo “distacco” dalla materialità dell’esistenza, a volte portata ad estreme pratiche ascetiche e di ritiro, ma comunque presente anche in quelle religioni che, al contrario, non vedono impedimenti a partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, ritenendo ciò, addirittura, una delle vie di realizzazione dell’essere.
C’è insomma una comunanza nel ritenere spirito e materia cose distinte e separate, certo comunicanti ma mai confuse, soprattutto a livello del “valore relativo” da attribuire loro.
La distinzione, la differenziazione, la definizione, la sistemazione e la cognizione fanno parte di ogni tentativo umano di comprensione, scientifico e no.
L’accozzaglia di teorie confondenti di cui parlavo all’inizio non fanno queste chiare distinzioni, ma ammanniscono un apparentemente variegato buffet che però ha sempre un filo conduttore, anche se ben “dissimulato”: il materialismo.
La materia, biologica e non, non è più una cosa che abbiamo o con cui “trattiamo” giorno per giorno, ma diventa la nostra essenza, il nostro unico orizzonte speculativo e destino.
Ecco che ci raccontano come ciò che non sappiamo o non riusciamo ad essere o potremmo essere è nel nostro DNA, o in qualche parte del cervello o in qualche dimensione, o in tutte le cose che sono uguali a tutte le altre, noi compresi.
Materialismo bello e buono, della specie più pericolosa.
Se siete interessati alla spiritualità ed a comprendere la vostra natura tenete conto di ciò, le peggiori prigioni per l’essere sono quelle meno visibili, più astute e accattivanti.
20 aprile 2015
fonte immagine: Public Domain Pictures