LA PROSTITUZIONE DELLA DIGNITÀ

Violazione di diritti umani spacciata per progresso

di Massimo Franceschini

 

I trenta articoli che formano la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo sono, a mio parere, il punto più alto a cui la politica è giunta nello stabilire le coordinate auspicabili per una civiltà di pace, libertà, progresso e tolleranza.

Purtroppo la realtà ci parla di pace sempre più in pericolo, di libertà che sempre meno persone possono permettersi, di un progresso tecnologico che si trasforma in tecnocratico, gestito da oligarchie di politici-burocrati al servizio di lobby private che ne determinano la policy.

La tolleranza non è messa certamente meglio: vecchie e stantie pulsioni razziste e xenofobe stanno riemergendo prepotentemente, insieme alla tolleranza sempre più ampia verso comportamenti distruttivi e distorsivi di un modo di vita sano, decente ed onorevole.

Il cinismo e l’indifferenza imperanti diventano complici del ritorno di comportamenti deprecabili, che fino a qualche decennio fa sembravano superati (almeno in linea teorica, ipocritamente meno in pratica), in un’ottica di vero progresso umano.

Sto parlando della piaga della prostituzione che la “nuova destra” cerca di regolamentare anche in Italia, vedi Lega, nascondendo l’abbrutimento umano e civile dietro ipocrite esigenze di ordine e decoro.

Un falso decoro urbano come apparenza con cui nascondere il vero squallore del sesso a pagamento, l’attività con cui individui cinici e frustrati rivelano la vera debolezza di chi non conosce amore, ma vede solo corpi-oggetto.

A questa meschina ipocrisia si abbandona anche una senatrice del Pd, probabilmente per “coprire” una parte di elettorato che potrebbe buttarsi a destra.

Intervistata su Io Donna del 3 maggio auspica “autoimprenditorialità” e “iscrizioni alla Camera di Commercio” da parte delle prostitute, come se regolamentarne la fiscalità potrebbe redimerne lo squallore e continua, come se niente fosse, a parlare di colloqui nelle ASL per l’idoneità psicologica…

Ma questa donna non riesce a capire che sarebbero solo “permessi per l’autodistruzione”?

La signora pone addirittura la questione relativa all’immigrazione e alla crescente disoccupazione e afferma: “Molte donne come potrebbero sostenersi?”.

Parlavo di cinismo e indifferenza… è una donna che sta parlando, capite?

Fortunatamente l’oscena intervista è preceduta dall’osservazione che in Germania la legalizzazione ha avuto esiti disastrosi, anche ragionando nei termini di questa cinica visione.

L’articolo contiene anche la seguente puntualizzazione.

Il più dell’Europa va da tutt’altra parte: restrizioni, punibilità dei clienti (io li manderei ai lavori socialmente utili), in coerenza con la risoluzione UE firmata dalla laburista Mary Honeyball, che definisce giustamente la prostituzione “una forma di schiavitù incompatibile con la dignità umana”.

Alla senatrice “progressista” risponde indirettamente una ex prostituta ora impegnata come volontaria in programmi di recupero e riabilitazione.

È lei a rivelarci come vivono veramente le sue ex colleghe.

Sono quasi sempre tossiche, borderline, con gravi problemi di autolesionismo […] devi sconnetterti da te stessa, una specie di catalessi in cui lasci che la cosa succeda. Quasi tutte hanno bisogno di alcol e droga.

Inoltre racconta di bordelli all you can fuck. Quelli dove puoi astenerti dal preservativo. I clienti pagano il diritto di scatenare le loro fantasie più orribili. E’ un mix tra il potere che ti dà il fatto di pagare e il piacere di umiliarti. Tu sei solo una latrina, né più, né meno.

E ancora… […] nei bordelli le donne sono meno sicure che per strada: ne sono state uccise a decine, al chiuso i rischi aumentano.

E per concludere.

Un business colossale, la stessa partita della droga, del traffico di migranti.

Insomma, anche fra i cosiddetti “progressisti” abbiamo chi rincorre elettori storicamente appartenenti alla destra meno nobile e meschina… cosa si fa per qualche voto in più!

Il problema del “più vecchio mestiere del mondo” è ovviamente dilagato nella modernità relativista in cui i valori sono stati sostituiti dai “bisogni” e in cui l’amore è sempre più diventato “funzione fisiologica”.

Quante macerie umane da chi non sa amare, e pensare che per la “funzione” basterebbero tre dita e un po’ di fantasia…

 

7 maggio 2015

nel mio libro linee guida opportune

fonte immagine: Wiki

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