DAL MIO LIBRO: INTRODUZIONE E MOTIVAZIONE

partito di liberazione nazionale, Franceschini

questa la versione dell’articolo per YouTube

L’introduzione motivazionale per un progetto politico necessario al Paese

di Massimo Franceschini

Pubblicato anche su Attivismo.info e Sfero

Questa la presentazione web del libro:

“Grande è la necessità, a mio avviso, di un partito unitario completamente diverso dagli esistenti, che si prefigga di rinnovare la Repubblica e lo Stato di diritto nel segno della Costituzione e dei valori umanistici che la stessa incarna. L’evidente divisione del “fronte democratico e costituzionalista”, che non appare realmente in grado di unirsi in modo efficace e decisivo […] impone con urgenza assoluta delle scelte politico-operative drastiche, capaci di creare una novità politica dalle potenzialità deflagranti e del tutto positive per il Paese. […] Il nuovo soggetto politico avrebbe un’ulteriore, imprescindibile funzione: quella di dare rappresentanza politico-operativa alla folta quantità di iniziative, esperienze, comitati e rivendicazioni di vario tipo che attraversano il paese, soprattutto dall’emergenza sanitaria.”

INTRODUZIONE, MOTIVAZIONE

Questo progetto è un grido finora inascoltato, infranto nelle mura virtuali di telefonate, chat e riunioni web… ah, la politica in presenza di una volta!

È così purtroppo, mi sgolavo con “non presenti”, a volte poco attenti, anche apparentemente incapaci di comprendere l’urgenza del momento e la necessità di un immediato colpo d’ala politico.

Cercavo un comitato, un laboratorio, un gruppo autorevole, persone capaci di creare la sufficiente risonanza per presentarlo alla politica, alla cultura, ai media del panorama alternativo: non ho trovato quanto necessario, almeno finora.

Oltre al fatto di non essere conosciuto a livello personale, politicamente e non solo, credo ci sia un motivo ben preciso per questa non corrispondenza, una ragione, guarda caso… virale!

Infatti, la vera epidemia del presente non è il virus, algido e impalpabile strumento tecno-mediatico di antiche paure, subito consolate dalla folle promessa del sollievo-reset: credo che il “virus” più devastante sia quello dell’antipolitica, aggiornato al presente.

Il “riflusso nel privato” dei fine ’70, più che altro “chimicamente addizionato”, ha da tempo un nuovo remake: recuperati ambiti culturali “di confine” una volta di nicchia, anche esoterici, dilaga la “ricerca interiore”, presunto viatico di risvegli collettivi tali da travolgere le fondamenta del sistema.

Così, molti guardano fiduciosi all’evoluzione umana che sarebbe alle porte, proprio quando il mondo assume le tinte più nere della distopia tecnocratica.

Oltre a questi fenomeni, il rifiuto della politica assume oggi ulteriori vesti: non solo negazione di un ambito presumibilmente depositario di malefatte e interessi privati, ma contemporaneo dirottarsi dell’impegno in una vera e propria “introversione” della politica stessa, che si attorciglia in maniera sì feconda, ma di frutti impossibilitati alla crescita: una miriade di partitini e sigle, troppo ideologizzati da una parte e troppo legati a personalismi di basso profilo, troppo rinchiusi in una prassi di incontri, scontri e reciproche prese di distanze, mentre il sistema che gestisce Istituzioni e media continua imperterrito a distruggere democrazia e Stato di diritto, senza l’ostacolo che potrebbe essere messo in campo da una politica consapevole, alternativa e unitaria.

E così, parlar di politica è ancora deriso, “colpevolizzato”, malamente apostrofato, generalmente evitato in una marea di ambiti, una rimozione collettiva che oggi, a mio parere, data la situazione democraticamente esiziale ha veramente dell’incredibile!

Si evita la politica proprio quando da una politica soggiogata ad élite, corporazioni globali, poteri forti e stati profondi arrivano i più grandi attacchi alla nostra vita, alla vita tout court.

Il senso distorto del diritto che sembra possedere le Istituzioni, non trova così il suo naturale esorcista: la politica della società civile che si organizza in partito per riprendersi l’ambito che dovrebbe essergli proprio, come da Costituzione.

L’ipnosi collettiva del rifiuto della politica, il mantra dell’impossibilità di una politica onesta e trasparente, di un partito realmente diverso, di un vero “Stato di diritto e del cittadino”, aleggia così negli articoli di analisi, nelle dirette streaming, in convegni virtuali sì colti e arguti, ma politicamente insipienti.

La costruzione di questa litania “impossibilista”, ha le più recenti fondamenta nel fallimento dell’esperienza 5 Stelle: un evento “catastrofico” da cui molti non si sono ripresi, con tutta evidenza.

Nessuno sembra aver tratto una seria analisi sulle ragioni politiche e organizzative di quel fallimento, ma tutti si affrettano ad affermare il “postulato” che non sia possibile non essere corrotti dal sistema della politica.

L’intelligenza, la costruzione, la progettualità, la chiarezza di prassi e intenti sembrano così concettualmente rimossi dalle possibilità, dall’arbitrio dell’uomo e della società civile organizzata: sembra addirittura “vietato” pensare come poter costruire una politica alternativa, efficace e trasparente.

Mai come ora vi fu più bisogno di un soggetto politico innovativo: non un partitino in più, ma una formazione unitaria di rilievo, costituzionalmente orientata e inclusiva, mai come ora la sua realizzazione appare addirittura improponibile.

Strano declino, per la “civiltà del diritto”.

28 febbraio 2021

Questo il link per prendere il libro: https://www.ibs.it/per-partito-unitario-di-liberazione-libro-massimo-franceschini/e/9791220319645

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