DAL MIO LIBRO UN APPELLO ALLE MIGLIORI FORZE DELLA SOCIETÀ CIVILE

Massimo Franceschini per il partito unitario di liberazione nazionale

Qui la versione dell’articolo per YouTube

Riflessioni aggiuntive a quanto scritto nell’ultimo libro e detto in questo video, ispirate da alcune riunioni di un’associazione genovese

di Massimo Franceschini

pubblicato anche su Attivismo.info e Sfero

Queste riflessioni nascono dall’aver osservato il pregevole lavoro di alcune realtà associative, nate spontaneamente sull’onda degli eventi determinati dalla sciagurata sottomissione delle nostre vite e del nostro Paese all’antidemocratico ed illegale regime sanitario vigente.

I frutti di questo lavoro si cominciano a vedere con le prime “timide” sentenze che, anche se non degnate di attenzione dai media mainstream, iniziano a mettere in discussioni le determinazioni del fu Governo Conte.

Il mio intento nello scrivere queste parole, è quello di contribuire creativamente a far sì che le attività della società civile raggiungano un nuovo livello, che possa servire a meglio coagulare sforzi ed energie che, data la devastante situazione sociale e democratica, rischiano comunque di non produrre i risultati sperati, necessari e meritati.

Purtroppo, a mio modo di vedere, credo che le associazioni non possano riporre troppe speranze nei confronti della politica esistente, anche quando rappresentata a livello locale da persone a volte valide e ben intenzionate; volendo essere meno drastici, credo che almeno non dovrebbero riporre l’unica speranza in un rapporto con Istituzioni che ormai hanno dimostrato la sostanziale impermeabilità ad ogni reale interfaccia con la società civile, di cui al contrario dovrebbero essere espressione, perché occupate da direttrici politico-amministrative calate dall’alto, assolutamente prone ai voleri dei cosiddetti poteri forti ed agli interessi corporativi a questi collegati.

In mancanza di una forza politica che rappresenti l’area alternativa ai tradimenti della Costituzione ed al pensiero unico dominante, spetta alla società civile, quindi alle associazioni ed ai progetti che ne rappresentano la parte più vitale e libera, fare le veci della politica stessa indicando le direttrici che proprio la politica ha ormai perso da troppo tempo: quelle rappresentate dalla Costituzione e dai diritti umani a cui la stessa fa riferimento.

Sono quindi le professioni e le organizzazioni della società civile a dover di nuovo indicare la deontologia e la direzione alla politica, evidentemente appassionata a ben altri interessi rispetto a quelli del Paese

Se quindi una “politica alternativa” stenta a nascere e coagularsi, per motivi ideologici e personali che ora come ora rappresentano una grave ed irresponsabile mancanza, spetta alle associazioni, ai progetti, alle migliori forze della società civile indicare cosa una “nuova politica” dovrebbe fare, possibilmente con un grande coordinamento tra ogni ambito di azione ed estrazione professionale, culturale, artistica ed altre ancora.

Forse solo in questo modo la “nuova politica” potrà così apparire, proprio dalla fucina di vita e lavoro della società stessa, di cui la politica dovrebbe essere espressione e servizio.

Le associazioni dovrebbero quindi mostrare una chiara comprensione delle mancanze politiche di chi non le rappresenta, compiendo uno sforzo tale da richiamare l’attenzione, un seme che può essere fertile in ambiti e modi magari inaspettati, tali da far apparire nuovi statisti in grado di svolgere una funzione civile da troppo tempo disattesa.

Lo sforzo che a mio parere andrebbe quindi fatto dovrebbe aggiungersi, affiancare, addirittura “sorpassare” la normale raccolta di documenti e progettazione operativa, comunque necessarie, elaborando le direttrici politico-operative che sarebbero irrinunciabili per un sano sviluppo delle singole professioni che, soprattutto per quelle mediche, sanitarie, dell’Istruzione, persino dei Corpi dello Stato, non riescono più ad attenersi ad un’etica professionale ormai resa inservibile dalle politiche criminali del governo.

È quindi la società civile a dover reclamare una diversa politica, esprimendola consapevolmente in documenti e conseguenti azioni organizzate.

Di seguito, come apporto personale, alcuni brani dal mio libro, che rappresenta forse l’unico, forte appello alla creazione di un partito unitario di liberazione nazionale.

Spero che i seguenti contributi possano fornire un’idea di cosa dovrebbe fare un partito politico alternativo al mainstream, un progetto auspicabile completo nei contenuti e nelle prassi, che chiamo scherzosamente “partito chiavi in mano”.

Le parole che leggerete mostrano inoltre, a mio avviso, cosa dovrebbero fare le associazioni impegnate nella difesa di spazi di libertà per favorire la nascita di una politica che le rappresenti.

Credo si debba creare un feedback virtuoso che parta dalla società civile, tale da far nascere la politica desiderata!

Quindi iniziamo mettendo subito in chiaro la situazione, considerando che le parole che leggerete nel seguente passaggio potrebbero, se comprese e fatte proprie dalle associazioni civili e dai cittadini, stimolare la nascita di una consapevole politica alternativa.

La crisi democratica sembra aggravata dal fatto che gli attori politici e culturali “alternativi”, appaiono del tutto incapaci di concepire un diverso modo di porsi e di agire politicamente, ma anche intellettualmente, quasi non riescano veramente a fare i conti con la realtà, a prendere atto della drammatica situazione culturale, del generale depauperamento formativo e cognitivo, del sentire in ordine alla politica e all’ambito civile ridotto a rissoso, divisivo, inconcludente e distraente spettacolo televisivo.
Un altro errore del “fronte alternativo”, sia nella sua componente politica, sia culturale e di attivismo sociale, è quello di credere che ancora esistano margini di trattativa con la politica mainstream, a livello istituzionale e non, di veri spazi di contrattazione e associazione sociale che possano sfociare in un reale e costruttivo dialogo con le Istituzioni.

La trasparenza di azione della società civile, dovrebbe essere quindi intesa a sommare gli sforzi e le informazioni, in uno scambio virtuoso tale da migliorarne l’azione, sulla falsariga del metodo che indico necessario per il nuovo partito.

Il Partito inizierà immediatamente a fornire, per ogni area di interesse e per ogni ambito politico-culturale i materiali – es. libri, tesi, documenti e altri – che renderanno pubbliche le basi teoriche e valoriali cui il Partito stesso farà riferimento per l’azione politica.
Il Partito si propone, sempre nella massima trasparenza, di sottoporre all’attento vaglio, sia a livello nazionale sia locale, ogni proposta e documento eventualmente capace di arricchire la base teorica e gli orizzonti culturali, politici e operativi per eventualmente accoglierne i contenuti, o parti di questi, anche modificando e integrando la sua direttiva politica, in ogni ambito, ove ritenuto opportuno e coerente con i suoi principi.
Quest’azione di aperto contributo della società civile potrà svolgersi anche a livello locale, che farà così da filtro con la direzione centrale.
Il Partito si offre anche di farsi portavoce, in ogni ambito e momento ritenuto opportuno, della miriade di attività, soggetti, collettivi e gruppi, culturali e di altro tipo, che svolgono un’insostituibile azione di sostegno e informazione alla collettività, servizi e contributi che troppo spesso non si vedono premiati dall’attenzione della politica e delle istituzioni di riferimento.

Credo sia chiaro lo sforzo che dovrebbe fare il partito da me auspicato, una prassi che le associazioni civili dovrebbero prendere come esempio.

Ulteriore dimostrazione di ciò, l’abbiamo in uno dei principali tavoli del partito da me auspicato, che leggiamo di seguito, che ispira anche l’appello del presente articolo.

8. TAVOLO SOCIETÀ CIVILE
Come espresso nella sezione sulle principali intenzioni del Partito, un’altra attività di dialogo e raccolta sarà effettuata nei confronti di tutti quei comitati, soggetti, collettivi, organizzazioni, gruppi, esperimenti e modelli alternativi, di qualsiasi settore della società civile, che non si riconoscono nella realtà determinata da interessi corporativi globali sordi a qualsiasi prassi ed istanza critica svincolata dall’influenza dei loro poteri.
Questi soggetti, sono invitati con il presente appello a elaborare eventuali proposte o linee guida per leggi o riforme, in modo da aiutare il Partito nella sua attività, per fare di questa un’azione viva e propositiva che possa iniziare quanto prima a incidere sulla realtà.

Quindi, care associazioni civili, datevi da fare nell’elaborazione di leggi e riforme in modo di aiutare la nascita di una politica che vi rappresenti: se una cosa si costruisce, si pubblica e si condivide, potrebbe anche mettersi in moto!

Un’ulteriore importanza che la politica dovrebbe dare alla società civile, si evince proprio dalle linee guida generali.

LINEE GUIDA POLITICHE GENERALI, LEGISLATIVE E DI GOVERNO
Quanto di seguito espresso sarà da intendersi come guida fondamentale per il programma politico-operativo del Partito, non emendabile nei suoi significati valoriali.
Oltre allo svolgimento di un’opera critica e propositiva alternativa, il programma politico sarà guida e paradigma anche per un’eventuale azione di governo.
Come da intenti programmatici, le linee guida si arricchiranno e/o modificheranno in base alle risultanze di lavoro dei vari tavoli e commissioni appena illustrati, e di altri eventualmente necessari, includendo appunto quei suggerimenti culturali della società civile
[…] che mostreranno sostanza e importanza propositive e creative, in linea con i nostri principi.

Messi in chiaro questi punti, dobbiamo porre l’attenzione sul modo di comunicare la necessità di una politica costituzionalmente orientata: non dobbiamo cedere ad un controproducente antagonismo che di fatto si rende “irreale” verso una maggioranza silenziosa frastornata e disinformata, quando ormai non irrimediabilmente soggiogata, che dobbiamo invece puntare a risvegliare.

Ciò si può capire da come descrivo il primo tavolo di lavoro per un partito alternativo che sia all’altezza del momento.

1. TAVOLO SICUREZZA
Il Partito aprirà immediatamente un tavolo per definire procedure e limiti di un’azione di governo costituzionalmente orientata, relativa a situazioni emergenziali in ordine a sanità e sicurezza nazionale.

Le linee guida saranno improntate al massimo rispetto del Parlamento e dei cittadini, evitando politiche “paternaliste” inutilmente lesive di libertà, dignità e diritti del cittadino; inoltre, deriveranno da una reale ed equilibrata ricognizione dei problemi e delle situazioni, non condizionata da interessi corporativi di sorta.

Come vedete, una nuova politica può aversi solo se si rinnovano i principi democratici e costituzionali, oltre alle procedure ed alla formazione della rappresentanza, delle consulenze e di tutta la Pubblica Amministrazione, onde evitare quanto più possibile la prevalenza di interessi lobbistici.

A questo riguardo prendiamo ad ispirazione il punto 7.

7. TAVOLO ETICA AMMINISTRATIVA
Al fine di porre sotto la lente di ingrandimento le interpretazioni di Costituzione e diritti umani da parte della legge e dei Poteri dello Stato, il Partito aprirà un centro di studio e raccolta per ogni ambito del vivere civile, della Pubblica Amministrazione e delle Istituzioni
[…] in cui evidenziare ogni risoluzione, norma e prassi che di fatto determinano la supremazia di interessi privati, corporativi ed elitari: processi che rendono la democrazia una parola ormai senza senso e la stessa Amministrazione dello Stato, a qualsiasi livello, una burocrazia inefficiente e lontana, addirittura dannosa per la società civile perché non realmente al servizio della Repubblica e della sua Costituzione.

Come vedete, le associazioni della società civile sono chiamate a raccogliere e proporre quanto necessario a una nuova, potenziale politica alternativa.

Per concludere questo appello, propongo tre brani del mio libro utili a far capire la portata di alcune questioni che ritengo sia necessario sottoporre ad una nuova politica, ambiti cui le varie associazioni sono chiamate a dare il loro vitale apporto.

6. TAVOLO GIUSTIZIA, DIRITTO
Un altro tavolo della massima importanza sarà dedicato all’ambito della giurisprudenza, con l’intento di portare i diritti umani realmente all’interno del vivere civile tramite cultura e diritto, liberandoli al contempo da visioni radicali e interpretazioni arbitrarie “fluide” (es. ideologia gender e varie caratterizzazioni individuali), carenti della necessaria compenetrazione fra gli stessi diritti universali con i principi fondamentali della nostra Costituzione.
Il Partito intende far comprendere come Costituzione, diritti umani e Stato di diritto abbiano tutti gli strumenti per garantire una reale libertà, dignità e responsabilità della persona, senza bisogno di forzature ed eccessi che pretendano di trasformare la vita, l’uomo e la sfera collettiva in ambiti artificiosi e anti-umani, manipolabili in ogni fase e aspetto senza freni di ordine etico.
Coerentemente a ciò, il Partito intende condurre un’opera di consapevolezza tesa non solo a riscoprire valori e funzioni di Costituzione e Stato di diritto, ma anche alla comprensione di quanto la politica, soprattutto negli ultimi decenni, non abbia ostacolato, ma anzi favorito la supremazia dei centri di potere privati, elitari e transnazionali in economia, sociologia, diritto e in ordine a qualsiasi campo scientifico e culturale: ciò ha permesso sentenze e orientamenti che potrebbero definirsi discutibili, da un punto di vista strettamente costituzionale.
Anche il debito pubblico sarà perciò oggetto di proposte per un’audit giuridica sulla sua composizione, per determinarne eventuali meccanismi contrari allo spirito della Costituzione e alla tutela del risparmio, che di fatto indeboliscono la stessa sovranità della Repubblica.
Passando al comparto Giustizia, un aspetto che il Partito intende approfondire riguarderà l’istituto del processo, precisamente in relazione alle questioni relative alle “attenuanti” e “consulenze”, due fattori che la cronaca indica come vettori di sentenze spesso incomprensibili e sbilanciate, che tanti danni fanno in tema di affidabilità e speranza nella “giustizia”.
Crediamo che non si possa avere un equilibrato senso di giustizia, se il reato non porti comunque a una pena da scontare, eventualmente mitigata, mai annullata, da valutazioni generiche di condizioni attenuanti, umanamente comprensibili, senza per questo ricorrere a valutazioni di ordine psichiatrico dalla dubbia validità scientifica, spesso insolubilmente discordanti fra le parti.
Il reo dovrebbe scontare la pena inflitta, indipendentemente dalla sua condizione psichica. Spetterebbe poi al Giudice disporne le modalità, senza però determinare quel senso di “assoluzione” dal reato che tanti danni fa alla giustizia stessa. Un percorso non di sola detenzione, ma di vero impegno, lavoro e recupero sarebbe la miglior “medicina” per tutti, come le statistiche dei migliori programmi di recupero dimostrano.
Più in generale quindi, per quanto riguarda l’aspetto relativo all’interpretazione del “comportamento umano”, si ritiene che il Giudice debba più spesso riappropriarsi del suo ruolo fondamentale di “perito dei periti”, oggi troppo spesso demandato a consulenti di “scienze” dalla dubbia validità etica e scientifica.
Oltre a quanto sin qui detto, si intende iniziare a tracciare percorsi, prassi e linee guida per proposte che possano favorire una reale e consistente de-legiferazione del corpus normativo, che da troppi anni ha raggiunto un livello democraticamente insostenibile: una prerogativa del nostro Paese che viola la certezza del diritto e la conquista del giusto processo.
Per ultimo, ma non ultimo come importanza, il Partito intende farsi carico di una decisa azione di trasparenza, impegnandosi a far sì che tutti i dossier secretati siano resi di pubblico dominio nella loro interezza, fatta salva la necessaria salvaguardia dell’incolumità di personale eventualmente ancora impegnato in azioni utili alla difesa della Repubblica.
MEDICINA, SANITÀ, RICERCA FARMACEUTICA
Il Partito intende operare per un progetto di ristrutturazione anche culturale della Medicina, della Sanità pubblica e della ricerca farmaceutica, teso ai seguenti obiettivi:
a. Equiparare ogni orientamento culturale terapeutico a quello allopatico, in una visione equilibrata che non escluda alcuno degli indirizzi, favorendo prassi che possano coniugare e bilanciare in maniera efficiente il principio del minor danno con l’urgenza terapeutica necessaria.
b. Liberare la medicina dalle influenze dell’industria farmaceutica privata in ogni ambito, anche universitario, restaurando inoltre la libertà terapeutica e di scelta, anche proteggendo la deontologia medica da indebite interferenze tese a minare l’etica professionale e la libertà degli operatori.
c. Creare un’industria farmaceutica pubblica consapevole delle problematiche etiche riguardo alla manipolazione della vita, scevra dagli obiettivi commerciali e “politici” relativi all’industria privata.
d. Investire nella Sanità pubblica per adeguarla alle reali necessità dei territori, eliminare qualsiasi finanziamento pubblico alla sanità privata.
BIOETICA E RICERCA SCIENTIFICA
Il Partito intende favorire politiche di protezione della vita, in ogni suo momento ed espressione, riducendo per quanto possibile ogni interferenza politica e manomissione di laboratorio della stessa.
In particolare, per quanto riguarda l’interruzione di gravidanza e le problematiche del fine-vita, il Partito intende promuovere una reale cultura della vita che porti lo Stato a farsi carico di spese e problematiche varie, in modo da ridurre al massimo ogni “ragione oggettiva” che possa “costringere” a scelte contrarie alla vita stessa, auspicabilmente da rivedere anche tramite referendum.
Il Partito intende comunque salvaguardare la libertà di coscienza degli operatori, che non può essere compressa.
Per quanto riguarda la sfera psichica, il Partito ritiene che debba essere protetta da qualsiasi estremismo organicista, riconoscendo soltanto le reali patologie neurologiche.
Per la sofferenza di ordine mentale, di cui non si intende certo mettere in discussione la gravità, il Partito si adopererà per la promozione di una cultura di vero aiuto basata sulla deontologia medica, riducendo fortemente qualsiasi prassi lesiva della persona e/o tesa a sostituirsi alla sua capacità intellettiva ed ai propri meccanismi di difesa, favorendo una cultura di miglioramento e potenziamento dell’energia e della resilienza, delle abitudini e delle relazioni.
Di conseguenza, l’istituto del TSO sarà fortemente riformato per accogliere l’appello formulato dal Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) ad abbandonare l’uso della coercizione psichiatrica.
Tale pratica è stigmatizzata anche dall’ultimo rapporto sul contenimento del marzo 2016 di Human Rights Watch, ispirato dal recente comunicato della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità
L’ambito della persona e della famiglia naturale sarà difeso culturalmente e giuridicamente, coerentemente con le linee guida come da punto (6) degli “obiettivi politici generali”.

Come avete appena visto, riforme di portata storica sono essenziali per un prosieguo civile e politico degno di una comunità che possa di nuovo dirsi fiera delle sue qualità, ora soggiogate ed asfissiate da una politica cui la storia dovrebbe dare una dura risposta, come fu per alcuni responsabili degli orrori novecenteschi.

Il lavoro è quindi grande, la necessaria politica stenta ad apparire, spetta alla società civile formarne i contenuti, vedrete che poi troveranno il modo di esprimersi.

Vi lascio con l’appello finale del libro, il futuro ci dirà se saremo stati bravi, opportuni e responsabili.

CONCLUSIONE
Siamo così giunti alla fine, nell’auspicio che questo libro sia solo l’inizio di un percorso creativo per una politica degna di essere vissuta.
Spero che questo progetto giunga alle giuste intelligenze, capaci di costruire e convogliare energie, di pensare liberamente e comprendere come quanto qui scritto è necessario, probabilmente l’unico modo per iniziare a rinnovare la politica e noi stessi.
L’ultimo appello riguarda l’urgenza: come ripeto spesso è già troppo tardi, le maglie della tecnocrazia stringono velocemente e presto la libertà potrebbe non esser più neanche un ricordo.
Ciò non deve giustificare l’inazione: la vita è creazione e comunicazione, nella piena responsabilità, e forse non tutte le strade sono già determinate.
Lo scopriremo se riusciremo ad essere saldi nei principi, e giusti nei nostri cuori.
Buon lavoro ai capaci di sognare.

(ricordo qui il link del libro, fra poco anche in digitale, e dell’articolo con cui lo preannunciavo, dove troverete anche tutti i link dei video in cui ne parlo)

14 febbraio 2021

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