In ottica spirituale, il perdurare delle cose è dovuto all’intenzione iniziale che lo permette, la dimenticanza di ciò è la matrice di tutti i problemi della nostra civiltà.
Pubblicato anche su Attivismo.info, Sfero, Ovidio Network
Nel decimo articolo di questa serie, ho organizzato 10 punti riassuntivi della concezione che sto sintetizzando in ordine alla realtà e alla spiritualità.
Vorrei ora svolgere delle riflessioni sulla questione “tempo”, brevemente introdotta nel settimo articolo commentando una frase di Stephen Hawking relativa all’universo e a Dio.
Il tempo non è una coordinata della realtà separabile dalle altre, ed è misurabile perché le particelle e gli oggetti persistono.
Stessa cosa per lo spazio, che senza l’esistenza delle partitelle, dei pianeti e delle galassie non esisterebbe.
La dimensione creatrice di puro pensiero avrebbe creato quel “campo” di particelle/energie/spazio/tempo compenetranti fra loro, come insegna la fisica quantistica di cui ho studiato un bel riassunto del fisico Capra, che relazionerò in una pubblicazione già anticipata dall’introduzione nell’articolo precedente.
In questo “campo”, che serviva a formare il tutto, si determina il posizionamento relativo di particelle/energie in uno spazio, mentre la loro persistenza le rende misurabili attraverso la convenzione chiamata tempo.
La relatività aveva già dimostrato che la percezione del tempo è variabile e collegata alla velocità dell’osservatore rispetto a ciò che sta osservando, cosa che noi come esseri già sapevamo dalla semplice osservazione che mentre si aspetta qualcuno o qualcosa il tempo “non passa mai”, mentre quando si è molto attivi “vola”.
Data la quantità di rapporti simili fra chi è ritornato dalle “esperienze di premorte”, di cui faccio cenno anche nel precedente articolo, altra percezione che dovremmo avere in comune fra noi esseri spirituali, anche se non normalmente consapevole, dovrebbe essere una sorta di senso comune del tempo, un senso che dovrebbe essere soggetto allo stesso oblio di quello relativo alla creazione stessa e alla decisione di prendervi “parte”.
Ad ogni modo, è del tutto evidente che qualsiasi creazione per potersi manifestare abbia bisogno di durare almeno un po’ di tempo, quindi, visto che viviamo in una realtà creata dalla nostra dimensione creativa e spirituale, parte della creazione dovrebbe consistere in un “comando” dato alla materia e all’energia di persistere, creando così il tempo, oltre allo spazio.
In quanto spirito “appartenente” alla dimensione divina e creativa, credo che ognuno di noi abbia dato una specie di accordo su questa dimensione, tanto da “tenerla in piedi” per abitarla con dei corpi biologici.
Tale “contratto” e tutti i meccanismi della dimenticanza spirituale, risiedono evidentemente nei meandri più oscuri della nostra consapevolezza, ambiti che sarebbero così l’obiettivo finale del percorso di liberazione dello spirito, di ripristino della sua causalità, del potere di scelta.
Per sapere da quanto tempo persiste questo universo, credo si debba quindi sbloccare la dimenticanza della creazione e della decisione di “entrare” in questa dimensione, ma penso si capisca bene come una cosa del genere sia un punto enorme di consapevolezza, che alcune tradizioni religiose potrebbero chiamare illuminazione.
Recuperare tale punto di consapevolezza sarebbe quindi compito arduo, sempre ammesso sia possibile da questa dimensione: verosimilmente, per arrivare a ciò dal nostro tempo presente abbiamo una marea di oggettivi ostacoli ambientali, fisici, mentali e spirituali; questo ci fa comprendere la necessità dei percorsi di studio e ritiro spirituale, più o meno lunghi e profondi.
Uno dei principali ostacoli a questo tipo di consapevolezza, sarebbe così quel comando/decisione che ci tiene legati ai corpi, quella volontà che ci obbliga a prenderne uno dopo l’altro dimenticando la vita precedente, dimenticanza che ogni volta “riconferma” quella più antica e importante, anche più potente perché più lontana nel tempo: l’oblio della nostra natura spirituale e della creazione di questa dimensione, dimenticanze che sono così alla base di tutti problemi degli esseri spirituali entrati nei corpi.
Alla luce di tutto ciò, la concezione che abbiamo del tempo si rivela come uno dei fattori fondamentali di “reclusione” nell’universo materiale: insieme alla dimenticanza sulla nostra vera natura e su tutto il resto, il senso dell’inevitabile scorrere verso una morte che appare irreparabile aumenta lo smarrimento di chi spiritualmente inconsapevole, ma anche di quelli che hanno comunque una certa speranza, vita dopo vita.
Questo è il modo in cui si abbassa progressivamente la residua consapevolezza sulla nostra vera natura, situazione che ci condanna a credere sempre più nella tecnologia, soprattutto dallo sviluppo dell’elettronica perché con essa, in qualche modo, torniamo probabilmente ad accarezzare la sensazione di essere costruttori di mondi, anche se in modo del tutto inconsapevole: tutto ciò rappresenta un’ulteriore e drammatica trappola, proprio nel momento in cui la cultura dell’uomo accumula abbastanza conoscenza da integrare potenzialmente in modo intelligente superando la separazione dei saperi, per sviluppare le armi intellettuali, filosofiche e religiose utili alla sua liberazione spirituale.
Secondo questa ottica, l’idea comune che il tempo guarirebbe tutto si rivela assai errata, almeno per le cose dimenticate: più tempo passa, più si aggiungono eventi, problemi e tensioni che prendono l’attenzione e “giustificano” il timore nel presente, accumulandosi a quella dimenticanza e sacrificando ancora un po’ di energia vitale.
Vita dopo vita riconfermiamo così l’oblio e seguiamo un ciclo di fioritura, speranza e declino simile a quello della civiltà in cui viviamo, che stiamo plasmando su tutte le nostre contraddizioni di “dei” dimentichi e dimenticati, fino alla completa decadenza culturale e spirituale coincidente alla completa perdita di ogni concezione dello spirito e della conseguente speranza di uscire dal ciclo in qualche modo “obbligato” delle rinascite.
Da questo punto di vista, qualsiasi concezione, percorso e religione consideri la trascendenza risulta più corretta del materialismo e di ogni “spiritualità” oggi di moda, che di fatto inseriscono lo spirito nel “tutto”, come sua componente.
Un materialismo del genere si rivela così la perfetta trappola per lo spirito, che molti non vedono perché preferiscono “arredare” la trappola della realtà materiale con l’idea dell’ “evoluzione”, fiduciosi che il risveglio spirituale sia dietro l’angolo.
Ora, analizzando le questioni che allontanano dalla consapevolezza spirituale e il ciclo di decadenza della civiltà che stiamo sperimentando, vediamo che siamo indotti a concentrare tutto lo sforzo vitale per sopravvivere al presente, nel miraggio apparentemente responsabile di un futuro “sostenibile”, un’illusione di controllo costruita sulla riscrittura o cancellazione del passato.
Un meccanismo del tutto simile a quello con cui spiritualmente abbiamo dimenticato il nostro vero essere.
Finché non ne recuperiamo il vero senso ed essenza, all’inizio del tempo, il “progresso” userà il tempo contro di noi.
23 novembre 2024
fonte immagine: istruzioni a Microsoft Bing
Di seguito i precedenti 11 articoli della serie, in ordine di pubblicazione:
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2015/03/09/la-spiritualita-confonde-la-sua-anima-se-pensa-di-affidarsi-alla-fisica-quantistica/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2015/04/20/la-spiritualita-e-una-cosa-seria/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/02/12/filosofia-e-verita/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/04/19/scopriamo-la-liberta-dello-spirito-puo-salvarci-dalla-tecno-distopia/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/05/10/la-materia-non-puo-essere-un-assoluto-e-il-suo-culto-e-gabbia-dello-spirito/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/07/05/credere-nellunica-dimensione-porta-al-tecno-totalitarismo/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/08/22/la-questione-della-realta-e-fondamentale-per-capire-il-nostro-essere/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/09/20/le-deduzioni-possibili-dallessere-spirituale-e-dalla-creazione-chiamata-realta/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/09/25/le-divisioni-di-ordine-spirituale-favoriscono-la-tecno-distopia-di-controllo-del-pensiero/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/10/23/rinnoviamo-la-considerazione-dello-spirito-e-dellesistenza/
– https://www.massimofranceschiniblog.it/2024/11/22/il-tao-della-fisica-la-trappola-di-tempo-e-materia-introduzione/
Non so di quale natura possa essere l’opposizione materia vs spirito e viceversa.
In effetti non ci sarebbe opposizione, se lo spirito ricordasse di aver generato questa dimensione…